La pazzia

Lei, giovane, sposata e senza figli, non aveva necessità di scappare di casa. La giornata si svolgeva secondo una routine primitiva: un salto in palestra, poi all'istituto di bellezza e poi a fare un shopping.

Una moglie esemplare, un'attrazione per gli occhi maschili, una vicina tranquilla e una cliente redditizia: ecco cos'era per gli altri l'eroina della mattinata. E solo una gatta che viveva accanto a lei, un tempo senzatetto, ma ora soddisfatta e contenta della vita, sapeva qualcosa della sua padrona che teneva nascosto a tutti.


La brezza estiva trapassava il sottile tulle e cominciava ad arruffare i lembi della camicia da notte della ragazza. Il tessuto di seta era piacevolmente freddo sulla pelle, evocando un senso di fuga immaginaria dal caldo della città.

Lo sguardo della ragazza vagava lungo il marciapiede, scrutava gli alberi e i cespugli stentati, si fermava sui passanti che si affrettavano a ripararsi nel freddo dell'aria condizionata dell'ufficio, alla ricerca di qualcuno che potesse placare la sete che arrivava con il caldo – per calmare il fuoco dentro di sé, che si espandeva a ogni nuovo giorno.